Exodus, la piattaforma informatica protagonista del nuovo scandalo privacy, è sotto accusa per aver raccolto illecitamente dati di centinaia di utenti

In merito al software, utilizzato anche dalla Polizia per attività investigative, l’ANSA ha interpellato il Presidente dell'Autorità Garante, Antonello Soro, che ha dichiarato “E' un fatto gravissimo. La notizia dell'avvenuta intercettazione di centinaia di cittadini del tutto estranei ad indagini giudiziarie, per un mero errore nel funzionamento di un captatore informatico utilizzato a fini investigativi, desta grande preoccupazione e sarà oggetto dei dovuti approfondimenti, anche da parte del Garante, per le proprie competenze. La vicenda presenta contorni ancora assai incerti ed è indispensabile chiarirne l'esatta dinamica”.

Ciò che, tuttavia, emerge con evidenza inequivocabile -continua il Presidente- è la notevole pericolosità di strumenti, quali i captatori informatici, che per quanto utili a fini investigativi rischiano, se utilizzati in assenza delle necessarie garanzie anche soltanto sul piano tecnico, di determinare inaccettabili violazioni della libertà dei cittadini”.

Sottolineando in fine che “Tali considerazioni erano state da noi rivolte al Governo, in sede di parere tanto sullo schema di decreto legislativo di riforma della disciplina intercettazioni che ha normato il ricorso ai trojan, quanto sullo schema di decreto attuativo che avrebbe, appunto, dovuto introdurre garanzie adeguate nella scelta dei software da utilizzare. E' indispensabile trarre, da questa vicenda, la determinazione necessaria per impedire ulteriori violazioni in futuro, nella consapevolezza di come non possano tollerarsi errori in un campo così sensibile, perché incrocia il potere investigativo e il potere, non meno forte, della tecnologia. Strumenti investigativi così delicati devono certamente essere disponibili gli organi inquirenti come prevede la legge, ma nel rispetto di garanzie elevate per tutelare la libertà dei cittadini”.