Il Garante ha aperto un procedimento per accertare la liceità o meno di un trattamento di dati posto in essere da un Dottore che, da quanto emerso, avrebbe utilizzato gli indirizzi di posta elettronica di circa 3.500 ex-pazienti per inviare comunicazioni aventi contenuto di propaganda elettorale.
Dall’istruttoria è merso che gli indirizzi utilizzati appartenevano a pazienti che il Dottore aveva visitato presso l’Istituto Europeo di oncologia e che, al momento della cessazione del rapporto di lavoro con l’istituto, il professionista aveva raccolto ed acquisito.
Il medico a propria difesa “ha precisato di aver utilizzato gli indirizzi e-mail dei propri pazienti al fine di informarli della cessazione del proprio rapporto di lavoro con l’IEO e, al contempo, dei suoi spostamenti presso altre strutture di diverse regioni d’Italia, esprimendo, in una circostanza, il suo sostegno a un candidato in occasione delle elezioni politiche del 4 marzo 2018”, specificando inoltre che nell’inviare tali comunicazioni “siano state sempre rispettate le disposizioni in materia di protezione dei dati personali, informando adeguatamente gli interessati e permettendo loro di opporsi alla ricezione delle suddette comunicazioni, mediante un link posto in calce alle e-mail”.
L’Autorità Garante ha però ritenuto tali argomentazioni inidonee; contestando al professionista, in primis, il mancato raccoglimento dell’informativa necessaria al momento dell’acquisizione dei dati in oggetto, ed inoltre, relativamente all’aver espresso il proprio sostegno politico, “un utilizzo dei dati personali per finalità differenti da quelli di cura (che avevano giustificato l’originario trattamento), senza che gli interessati avessero espresso il proprio specifico e autonomo consenso”.
L’Autorità per tali ragioni, data la violazione degli artt. 161 e 162 comma 2-bis del Codice, prescrive al professionista il pagamento di una sanzione amministrativa pari a 16 mila euro.